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Tocca al Milan rilanciare la competizione in Serie A

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2009 14:09
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Città: CAVA DE' TIRRENI
Età: 32
Sesso: Maschile
05/05/2009 14:09

Mentre tutti si interrogano sulla crisi della Juventus e sulla rifondazione della Roma, e ci sarà occasione per parlare di entrambe le cose, volevo un attimo soffermarmi su una squadra che in crisi non sembra più. Il Milan ha inanellato 22 punti nelle ultime otto partite di campionato dalle quali è uscito imbattuto. Un ruolino di marcia impressionante che ha consentito al Milan negli ultimi tre mesi di lanciarsi dal quarto al secondo posto scavalcando in scioltezza la Juventus, per arrivare addirittura a mettere un po' di sale sulla coda dell'Inter.

Il "noi ci crediamo" ripetuto da tanti tifosi del Milan, più che un'affermazione di fede, era secondo me un bonario menaggio ai cugini, l'unica soddisfazione possibile insieme ai derby, in una stagione nella quale il Milan ha guardato i cugini dal basso verso l'alto dall'inizio alla fine, scendendo in campo il giovedì invece che il martedì o il mercoledì. Se la Roma e la Juve devono rifondarsi, e sicuramente lo dovranno fare con investimenti mirati e programmi intelligenti visto che per necessità, o per scelta, né a Torino né a Roma i soldi potranno essere buttati dalla finestra, il Milan si trova di fronte all'ennesima stagione nella quale la società dovrà fare delle scelte, e assumere un atteggiamento significativo di quella che sarà la propria logica futura.

Quanto deve investire il Milan per disegnare la squadra che tornerà alla Champions League e dovrà puntare al titolo? Secondo me molto: la difesa è da rifare, se Abbiati ha salvato il salvabile e Dida sta dimostrandosi competitivo dopo quasi una stagione a riposare nell'olio canforato, non ci si può dimenticare di quante difficoltà la squadra rossonera abbia dovuto affrontare quest'anno. E se a centrocampo l'età media è altissima, in attacco, visto che su Shevchenko si è deciso di non puntare (ma allora perché prenderlo...?) le riesplosioni periodiche di Inzaghi e lo straordinario talento di Pato non possono diventare la cura preventiva per la stagione a venire.

Ciclicamente il Milan ha offerto grandi acquisizioni (Nesta, Rui Costa, Sheva, Kakà, Pato) a scampoli che si sono rivelati di scarso valore o di nessuna utilità (Roque Junior, Redondo, José Mari, Rivaldo, Oliveira, Vieri...Ronaldinho?). Spesso ho la sensazione che l'esagerata pressione mediatica che per definizione circonda una squadra come il Milan diventi scusa per gli acquisti sbagliati o alibi per quelli inutili. E si finisce per sentirsi dire che MilanLab garantisce continuità anche ai veterani, che la sfortuna ha tolto troppi giocatori nel momento migliore della loro stagione, che la conferma di Carlo Ancelotti è la prima garanzia di continuità per una squadra che invece credo abbia molte necessità di rinnovarsi e non debba nascondersi dietro il paravento degli ultimi risultati.

Sarà che le ultime scommesse (Tabarez e Terim) non hanno ottenuto gli stessi riscontri di precedenti (Sacchi, Capello) ma il Milan degli ultimi anni si è rivelato sempre più restio al cambiamento. Legittimo, ma non sempre condivisibile. Io non dico che Ancelotti non sia più l'uomo giusto, anche se so che molti tifosi del Milan lo pensano. Penso, e ho sempre pensato, che Ancelotti sia, aziendalmente parlando, l'uomo ideale per il Milan: ma anche questo non può diventare un alibi. Intorno all'Inter che domina, economicamente e tecnicamente il campionato, vediamo una Roma e una Juve in crisi, e nessun'altra squadra, oltre al Milan, ha la possibilità economica di rimettere in discussioni valori che negli ultimi anni sono stati assoluti. O è l'Inter a crollare, e non ci credo, perché chi vince ogni anno sarà ogni anno sempre più forte, o qualcuno deve provare a raggiungerla: e il Milan è l'unica squadra che ha una base finanziaria e organizzativa per farlo.

Augurandoci di avere ogni anno qualche outsider in grado di alzare il livello medio del gioco e della soglia europea: sta accadendo con il Genoa, continua ad accadere con la Fiorentina, dovrebbe accadere anche con Lazio, Udinese, Napoli e Palermo. Perché questo vorrebbe dire alzare i guadagni e la competitività delle medio-piccole. E dunque valore a tutto il campionato.

Altrimenti tanto vale dare la corsa scudetto in appalto esterno e concentrarci solo sui piazzamenti di Champions League, Uefa e salvezza. Chi lo vuole un campionato dove l'unica corsa è quella individuale, ai record da battere?



NB - Se siete arrivati fin qui ne sono molto contento. Vi lascio con una domanda, alla quale potete rispondere con i vostri commenti. Qual è in questo momento l'attaccante più forte d'Europa? Ne parlerò nel post di domani... Ma se vi va di farmi dire che "uno di voi me lo aveva già detto..." le nomination sono aperte.

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